Le origini del Mambo non sono facilmente databili ma sicuramente
sono molto antiche, basti pensare che Mambo è il nome di una
divinità cubana che è stata identificata nel dio della guerra e
in onore di questa divinità si eseguivano danze all’aperto
probabilmente solo maschili e comunque per il loro carattere
rituale, comandate da combattenti e capi tribù. Che il termine
rappresentasse precisamente questi balli o qualcuno di essi
non è scontato. Secondo alcuni studiosi “Mambo” è stato usato a
lungo non tanto per definire una tipologia di danze, ma tutta la
musica di ispirazione religiosa propria delle pratiche Voodoo,
che faceva da base alle danze stesse. Tale musica serviva a
mettere in contatto danzatori e divinità, mambo significherebbe
in tal caso canale di comunicazione con gli dei.
Secondo alcuni musicologi mambos equivale a sacerdotesse,
qualcuno arriva addirittura a tradurre il termine in “colei che
parla col Dio”. Tuttavia le ipotesi più accreditate sono due, la
prima che il termine appartiene al linguaggio rituale Voodoo di
Haiti e la seconda che il termine appartiene ad un antico
dialetto cubano.
Una cosa è certa col passare del tempo il termine mambo
identificò inequivocabilmente un particolare modo di ballare
riferito specialmente al folklore popolare cubano e fu proprio
la struttura flessibile della danza che ne consentì
l’arricchimento successivo, attraverso l’assimilazione di
elementi africani e di motivi appartenenti alla cultura jazz.
Secondo Oscar Hjiuelos il mambo è nato dalla voglia degli
schiavi di ‘scatenarsi’ nel vero senso della parola: una volta
liberi dalle catene essi inventarono il più frenetico dei balli
dopo anni di costrizioni, durante i quali dovettero ripiegare
su danze statiche quali rumba e merengue.
Attorno al 1940 si può collocare la nascita del ballo con quelle
caratteristiche che ancora oggi lo rendono unico e attuale; per
quanto riguarda la tecnica di esecuzione di tale danza a
livello mondiale sono state create centinaia di figure che
consentono alla coppia di ballare sul posto o di spostarsi lungo
le quattro pareti della pista con amalgamazioni sempre diverse.
Alla fine della seconda guerra mondiale il mambo diventò
internazionale; la diffusione nel mondo della musica del mambo e
della relativa danza è dovuta a interpreti come Cecilia Cruz
(interprete di Guantanamera) e Frank Grillo.
Questa coinvolgente danza in breve suscitò entusiasmi nelle
folle dei giovani ma allo stesso tempo incontrò ostilità
preconcetti e divieti dalle autorità religiose e civili. In
Messico e in sud America le figure del mambo furono giudicate
oscene dalla classe aristocratica e dalla Chiesa, ma a nulla
poterono le critiche, le condanne e i boicottaggi, il mambo
aveva la forza di un ciclone, e come tale spazzò via ogni
ostacolo. Il mambo dopo aver conquistato i giovani americani
col suo ritmo incalzante, fu portato in Europa dove fu accolto
con entusiasmo dalle nostre popolazioni: la briosità della danza
e della relativa musica ben si adattarono al clima di rinascita
e alla voglia di ricostruzione che fermentavano nei paesi
occidentali, da pochi anni usciti dalla seconda guerra mondiale.
Fabiana Chieli |